RIENTRO IN MANICOMIO

Oggi dopo due settimane di malattia rientrerò al lavoro in manicomio. Già mi si chiude la gola per l’odore – che per la consistenza è quasi un sapore – di fumo e di urina. Già mi aspetto le maldicenze dei colleghi per il fatto di essermi fatto le feste a casa: so già che il fatto di essermi sentito male sul lavoro non convincerà nessuno della realtà della mia malattia e ha poca importanza in fondo si sa la maldicenza impazza qui più che altrove. È sempre così in fondo la solidarietà è un privilegio e qui dentro nessuno se la può permettere.
Spero in ogni caso le cose vadano bene anche se so già che il benvenuto saranno insulti e forse botte; urla e forse violenza o autolesionismo… in ogni caso è il mio lavoro: me lo sono scelto e per ora me lo tengo… nonostante tutto.
Cercherò di passare una giornata tranquilla: giornata poi… qui non ci sono giornate. Il tempo non si scandisce in ore minuti secondi ma in turni. Cercherò di passare la parte di giornata che devo trascorrere qui – a me è ancora concesso poi di andarmene non solo formalmente – nel modo migliore possibile. MODO MIGLIORE POSSIBILE: non mi è ancora chiaro cosa voglia dire: nel mio caso vuol dire cercare di riempire di senso la mia vita e quella delle persone che qui ci abitano…
vedremo
il manicomio di gorizia fotografato da g. berengo gardin in morire di classe

3 Risposte a “RIENTRO IN MANICOMIO”

  1. Spesso i colleghi nn sn merde sl qnd lavorano in manicomio…fatti forza! saluti MArsY

  2. Concordo sul fatto che le malelingue tovano terreno fertile nell’ambiente dove lavoriamo… Comunque fossi in te me ne sbatterei gli zebedei di qualsiasi calunnia.

    Ben tornato!

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